80° anniversario della Battaglia di Montecarotto: domenica 21 aprile le celebrazioni ufficiali

Una giornata di emozioni e di memoria: la mattina del 21 aprile Montecarotto ha rivissuto una parte del proprio passato grazie alla ricerca storica e alla testimonianza di chi ne porta i segni nella famiglia e nella comunità. Il teatro ha accolto i rappresentanti delle istituzioni, gli amministratori del comune e dei comuni limitrofi con i gonfaloni, i militari, i presidenti dell’associazione Brigata Maiella e dell’Anpi provinciale e la cittadinanza che hanno ascoltato le relazioni degli ospiti, coordinate dalla consigliera comunale Marta Giovannetti. A mezzogiorno, tutti si sono ritrovati in piazza dove si è formato il corteo, con i gonfaloni, con i militari presenti, con alcuni componenti della sezione di Serra de’ Conti dell’Associazione nazionale Bersaglieri, Alpini e Artiglieri, con le note della Centenaria Società Concertistica di Serra de’ Conti diretta dal M° Mirco Barani, fino ai Giardini della Liberazione per la deposizione della corona d’alloro e la preghiera per la pace con il parroco don Venish.

Il sindaco Giuseppe Paoloni ha ringraziato per la loro presenza il comandante provinciale dei Carabinieri di Ancona colonnello Carlo Lecca, il comandante della Compagnia Carabinieri di Jesi maggiore Elpidio Balsamo, il comandante della stazione dei Carabinieri di Montecarotto maresciallo Troiano Sandro e il capitano Gianmarco Di Deodato della compagnia di Jesi della Guardia di Finanza. La giornata ha avuto il patrocinio della Regione Marche rappresentata dal gonfalone e della Provincia di Ancona rappresentata dal vicepresidente e sindaco di Staffolo Sauro Ragni. Hanno partecipato alla cerimonia l’assessore alla cultura del comune di Jesi Luca Brecciaroli, i sindaci di Poggio San Marcello Giuseppina Spugni, di Castelplanio Fabio Badiali, di Cupramontana Enrico Giampieri, di Maiolati Spontini Tiziano Consoli, di Monte Roberto Stefano Martelli, di Rosora Fausto Sassi, di Serra de’ Conti Letizia Perticaroli, di Belvedere Ostrense Sara Ubertini, di Arcevia Andrea Bomprezzi, di Zoppè di Cadore Paolo Simonetti, di Sulmona Gianfranco Di Piero, di Villalago Fernando Gatta e di Montenero di Bisaccia Simona Contucci.

«Da tempo sentivamo l’esigenza di riscoprire la storia e di promuovere delle iniziative per celebrare l’80° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo e offrire alle giovani generazioni una lettura attenta di quella pagina» ha detto il sindaco Giuseppe Paoloni in apertura della cerimonia ricordando la sua partecipazione alla cerimonia del 13 novembre 2022 a Sulmona quando sono stati commemorati i defunti della Brigata Maiella tra i quali coloro che hanno perso la vita nella Battaglia di Montecarotto. «La scintilla è scattata quando abbiamo avuto modo di parlare con i familiari di Amleto Contucci, nato a Sulmona, dipendente della Montecatini che nel giugno del 1943 subì un grave infortunio sul lavoro e, alla sua partenza con la Brigata Maiella, volle che i suoi tre figli Maria Teresa, Maria Antonietta e Franco fossero vestiti a festa. La sua morte portò la famiglia nella miseria ma nonostante ciò la moglie, poi i figli e i nipoti, hanno sempre tenuta viva la memoria tanto che i figli in viaggio di nozze si recarono a Montecarotto come prima tappa, al cimitero, per conoscere il luogo della sepoltura del padre.»

Forti emozioni a teatro all’ascolto dei nomi delle vittime a cui è seguito un minuto di silenzio per i caduti della Brigata Maiella Renzo Sciore di Villalago morto a Poggio San Marcello, Amleto Contucci di Sulmona, Tarcisio Tassi di Poggio San Marcello e Giuseppe Bianchi di Vestone (BS) morti a Montecarotto e i civili Carbini Noè, Bozzi Assunta, Latieri Luigi, Latieri Anna Maria, Staffolani Domenico, Tassi Riccardo, Papi Elena. Di alcuni di loro erano presenti i familiari che ne ricordano con rispettosa memoria il sacrificio.

Toccanti le parole del figlio e della nipote di Amleto Contucci, il primo a morire nella Battaglia di Montecarotto. «Ho 81 anni e di mio padre non ho ricordi – ha detto Franco – perché quando è partito e poi è morto io avevo poco più di un anno ma di lui ho due testimonianze, oltre alle foto legate a momenti familiari.» Il signor Franco Contucci ha raccontato dell’incontro che ha avuto con un pensionato di Venezia, il quale gli ha detto che, nel 1944, era tra i ragazzi poveri di Sulmona che andavano nei pressi del campo sportivo e con i quali suo padre condivideva il rancio dove si esercitavano i volontari della Brigata Maiella. Il signor Franco ha letto poi l’articolo su Amleto Contucci tratto dal giornale Il Sagittario del 14 gennaio del 1945 e che lo descrive “trasfigurato dall’entusiasmo” al momento di partire con la Brigata Maiella. La salma di Amleto, inizialmente sepolta a Montecarotto, fu traslata a Sulmona e sulla lapide scrissero: “perché libera fosse la Patria dal giogo nemico, cadde sui monti della Maiella, partigiano della Brigata”. Alessandra, la nipote, a nome della famiglia presente alla cerimonia a Montecarotto, ha condiviso con i tanti presenti l’orgoglio di aver avuto il nonno partigiano e prima della sua coinvolgente testimonianza ha riportato questa considerazione: “I tempi duri creano uomini forti, gli uomini forti trasformano i tempi duri in tempi facili, i tempi facili creano uomini deboli, gli uomini deboli trasformano i tempi facili in tempi duri”. «Mio nonno faceva parte della generazione degli uomini forti, era un uomo semplice, un animo nobile e generoso che ha deciso di combattere i soprusi, i delitti, non solo in Abruzzo, ma anche nelle Marche e in Emilia Romagna, e mio nonno ha sacrificato non solo la sua vita ma anche la sua famiglia. Quando nel giro di ricognizione all’ospedale di Montecarotto è stato ucciso, aveva 35 anni e lasciava sua moglie di 28 anni e i suoi figli, mia madre Maria Teresa di sette anni, mia zia Antonietta di quattro anni e mio zio Franco di un anno. Mia nonna, di 28 anni e 43 Kg, si è messa a lavorare di giorno nella scuola e di notte come sarta e questo ci ha lasciato mio nonno, l’amore per i valori umani e civili, che mia nonna ci ha tramandato tutti i giorni nei gesti quotidiani. Mio nonno ha plasmato la vita di tutti noi». Simona Contucci, l’unica che porta il cognome del nonno e da cui ha ereditato la grande passione per la politica, sindaca di un paese del Molise, Montenero di Bisaccia, ha ringraziato il sindaco Paoloni, la delegazione di Sulmona con Carlo Di Ruscio che ha coltivato la relazione tra i comuni per mantenere la memoria e tutti gli amministratori presenti all’evento. «La città di Sulmona ha accolto con tutti gli onori gli studenti e le studentesse di due classi della secondaria di Castelplanio e residenti tra Castelplanio e Poggio San Marcello – ha detto Di Ruscio – hanno sostato davanti alla tomba di Renzo Sciore, hanno incontrato il sindaco Gianfranco Di Piero nell’aula consiliare, le autorità militari e tanti cittadini nel ricordo della Brigata Maiella».

La sindaca di Poggio San Marcello, Giuseppina Spugni, ha desiderato ringraziare la famiglia Contucci e la famiglia Tassi, presente il nipote Tarcisio , con la sua famiglia, del giovanissimo Tarcisio Tassi di Poggio San Marcello, Studente All’Università Cattolica del Sacro Cuore, sulla cui lapide al cimitero di Poggio San Marcello, si legge “patriota della Maiella, generosamente offrendosi per la liberazione della Patria, eroicamente cadeva”. Filippo Donna, sindaco dei ragazzi di Castelplanio e Poggio San Marcello, ha poi ricordato Tassi: «Noi del consiglio comunale dei ragazzi abbiamo conosciuto le gesta della Brigata Maiella alloggiata e nascosta a Poggio San Marcello ed aiutata ad arrivare a Montecarotto dal giovane studente universitario Tarcisio Tassi. Lo stesso Tarcisio è stato poi ucciso dai tedeschi a soli 22 anni il 28 luglio 1944, giorno del suo compleanno. Insieme alla sua memoria, custodiamo il ricordo del soldato della Brigata Maiella Renzo Sciore che tre giorni prima, il 25 luglio 1944, veniva barbaramente ucciso a Poggio San Marcello. È grazie a persone come loro che oggi possiamo festeggiare la liberazione dell’Italia».

La relazione del prof. Lucio Febo ha presentato i fatti storici come si sono susseguiti, con riferimenti al territorio circostante a Montecarotto e inquadrando i giorni della Battaglia, avvenuta all’indomani della fine del fascismo e dell’insediamento del Comitato di Liberazione Nazionale e la cui notte più terribile fu quella tra il 29 e il 30 luglio 1944. «Una pagina un po’ dimenticata poiché fatichiamo a confrontarci con il nostro passato senza farlo diventare terreno di scontro – ha detto il prof. Febo – ma siamo tutti debitori alla Brigata Maiella, a quei giovani che hanno sacrificato tutto a una causa patriottica elevata, antifascista, repubblicana che supera il limite dell’egoismo e dell’individualismo e hanno combattuto per garantire la libertà a tutti gli italiani».

Il presidente dell’Associazione Nazionale Brigata Maiella Antonio Innaurato, a nome di altri componenti del direttivo presenti all’evento, ha sottolineato la risonanza nazionale che ebbero la Battaglia di Montecarotto e la Brigata Maiella “formata da un pugno di abruzzesi che combattevano in silenzio per la libertà”, come scrisse Nicola Troilo, il figlio del comandante Ettore Troilo. Innaurato ha presentato l’impegno attuale dell’Associazione nel tramandare alle giovani generazioni la passione per la memoria.

Il sindaco di Sulmona, Di Piero, ha voluto ricordare l’incontro con gli amministratori di Montecarotto a Sulmona, di novembre 2022, per ricordare i caduti di Sulmona e di Villalago: «Per noi è un onore altissimo portare il gonfalone della città di Sulmona – ha detto Di Piero – Sulmona è città decorata con medaglia d’argento al valore militare, per i patimenti e le sofferenze subite durante il periodo bellico, per la grande testimonianza di solidarietà che la popolazione sulmonese seppe dare ai prigionieri alleati che furono posti in salvo nonostante le più feroci rappresaglie dell’invasore». Da Sulmona, terra della Brigata Maiella, è arrivata a Montecarotto una numerosa delegazione per onorare la giornata e per continuare a ripercorrere i sentieri della storia e trarre da essa il fulgido esempio di uomini come Contucci, Sciore, il giovane Oscar Fuà di 17 anni, ebreo nato a Sulmona, patriota combattente nella Brigata Maiella. «I giovani della Brigata erano poco organizzati, erano volontari, studenti, operai che avevano motivazioni forti e avevano superato l’idea di pensare solo al proprio paese e regione tanto che, liberata la loro terra, andarono a liberare altre parti d’Italia – ha detto il sindaco – e per questo è particolarmente significativa la testimonianza su uomini come Amleto Contucci e Renzo Sciore che sono caduti lontano dalla famiglia e con il loro sacrificio hanno contribuito a scrivere la storia dell’esercito di popolo e apolitico Brigata Maiella».

“I giovani di oggi farebbero quello che hanno fatto i giovani della Brigata Maiella per difendere la libertà?” si è chiesto il sindaco di Villalago, Fernando Gatta, invitando a una riflessione sui valori fondanti della repubblica e della libertà, sul sacrificio di chi ha dato la vita per questo. «Anche se i comuni cercano di fare tanto per mantenere la memoria – ha detto Gatta – è importante il servizio delle associazioni che portano avanti il ricordo degli eventi della Liberazione. Al giovane partigiano Renzo Sciore il comune ha intitolato una nuova strada a Villalago e a breve gli conferirà la cittadinanza onoraria alla memoria con lo scoprimento di una targa in un evento pubblico.»

Hanno preso parte all’evento i componenti dell’associazione Anpi con la presidente dell’Anpi provinciale Ancona, Nicia Pagnani, che ha tenuto una relazione invitando a ricordare la storia e i valori della democrazia, valori universali, nati dalle ceneri della dittatura fascista che ha portato l’Italia a una devastante guerra, con la vergogna indelebile delle leggi razziali e dello sterminio degli ebrei. “A ottanta anni il dovere è studiare la storia – ha detto la presidente Pagnani – e porre attenzione al processo di conversione del linguaggio all’ideologia dominante per affermare il pensiero libero e democratico, fedele alla Costituzione e frutto della Resistenza, con rispettosa lealtà verso chi ha costruito la repubblica che ripudia la guerra con tutte le sue forze per un’Italia una e indivisibile».

 

La giornata è stata organizzata dall’amministrazione comunale con la generosa e sollecita collaborazione dei volontari e volontarie della Protezione Civile, della Pro Loco, del Centro Sociale e del gruppo giovanile Oltre Confine.

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Per l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, avvenuta il 25 aprile 1945, l’Amministrazione Comunale di Montecarotto prevede una manifestazione per giovedì 25 aprile con la deposizione della Corona d’Alloro e omaggio ai caduti presso il Monumento ai Caduti in Via XX Settembre e presso le lapidi in memoria dei caduti presso il Teatro Comunale di Montecarotto. Alle 11 la partecipazione alla santa Messa nella chiesa parrocchiale SS. Annunziata di Montecarotto.

Il 30 maggio i sindacati CGL CISL UIL pensionati di Jesi, presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi in Piazza Colocci organizzano un incontro con i rappresentati delle istituzioni, il prof. Lucio Febo, un intermezzo musicale e alcune testimonianze.

 

Nelle foto, alcuni momenti della manifestazione al teatro di Montecarotto del 21 aprile 2024 (il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, il presidente dell’Associazione Brigata Maiella Antonio Innaurato, Franco Contucci, la sindaca di Montenero di Bisaccia Simona Contucci e il sindaco di Montecarotto Giuseppe Paoloni, il sindaco di Villalago Fernando Gatta, Giuseppina Spugni e Filippo Donna, la presidente Anpi provinciale Nicia Pagnani), la deposizione della corona di alloro ai Giardini della Liberazione.