LA STORIA DEI COSTRUTTORI DI OROLOGI DA TORRE

Nella regione Marche, dall’inizio del 1600 fino alla metà del 1900, si è distinta, tra le altre, una “dinastia” di orologiai da torre, operante prima a Sant’Angelo in Vado (PU) e poi a Montecarotto (AN).

DA SANT’ANGELO IN VADO A MONTECAROTTO

Tra gli orologi più importanti costruiti agli inizi dell’800 dai maestri di Sant’Angelo in Vado, ricordiamo alcuni di quelli più importanti costruiti da Antonio Podrini: l’orologio del Palazzo del Governo di Ancona, in piazza del Plebiscito, l’orologio del Duomo di Urbino, l’orologio di Tolentino.

Nel 1826 Antonio Podrini morì mentre stava costruendo l’orologio di Cingoli (MC). L’attività passò in mano ai suoi eredi di bottega: il figlio Eustachio Podrini ed il socio Pietro Mei di Montecarotto. Pietro Mei, di umili origini, probabilmente dimostrando un precoce ingegno, era stato mandato a bottega a Sant’Angelo in Vado, probabilmente grazie a conoscenze nell’ambito della borghesia agraria o religiosa; con il tempo aveva guadagnato la fiducia di Podrini, fino a diventarne socio. Infatti Pietro Mei diventerà l’orologiaio marchigiano per eccellenza dell’800. Stabilisce la sua sede a Montecarotto e prosegue l’attività del suo maestro.

Contrariamente a Podrini, Mei firma immancabilmente i meccanismi sulla ruota di scappamento inserendo il suo nome, il paese di provenienza, l’anno di costruzione ed il numero d’opera. La sua bottega diventa tanto rinomata che, verso la metà dell’800, un fabbro di San Marcello, Antonio Galli di 23 anni, si trasferisce a Montecarotto per specializzarsi nella costruzione delle “macchine orarie”, diventando a sua volta socio di Mei e prosecutore dell’attività alla sua morte. La stessa storia si ripete nel 1890 circa quando un giovane senigalliese, Edoardo Marconi, si trasferisce a Montecarotto per frequentare “l’Università dell’orologeria”, cioè la bottega di Pietro Mei e Antonio Galli, di cui proseguirà l’attività dichiarando sempre, nelle sue cartoline pubblicitarie, di esserne “erede e successore”. Marconi opera nella costruzione di orologi da torre e da casa, ma anche nella manutenzione dei meccanismi dei suoi predecessori, fino all’avvento dell’elettricità che trasformerà completamente il settore dell’orologeria.

SCAPPAMENTO MEI: IL MECCANISMO RIVOLUZIONARIO

Pietro Mei in particolare viene ricordato perché rivoluziona la tecnica di costruzione dei meccanismi degli orologi, cercando di contemperare esigenze di semplificazione, riduzione di spazi e tempi di produzione, per garantire quello che prometteva ai committenti e cioè “politezza ed eleganza”. Il suo modello resisterà per lungo tempo e verrà adottato anche dai suoi successori con poche modifiche. Principalmente, riesce a far suonare ore e quarti con un unico meccanismo (“treno”), tramite uno scambiatore meccanico di sua invenzione, riduce il numero di ingranaggi per l’attivazione delle suonerie ed inventa un tipo di scappamento a riposo tramite ruota a cilindretti che per la sua unicità viene denominato “scappamento Mei”. Nel periodo di Marconi, invece, la tecnologia è cambiata e la costruzione dei componenti è demandata all’industria, per cui l’orologiaio principalmente assembla e non si applica più alla costruzione della componentistica tramite fusione e forgiatura. Marconi si dedica anche alla manutenzione dei meccanismi dei suoi predecessori, come parte della sua attività.

GLI OROLOGI ANCORA FUNZIONANTI DA VISITARE

L’attività di circa un secolo degli orologiai montecarottesi li porta a costruire orologi per le varie municipalità del territorio marchigiano, con puntate anche in Abruzzo e forse in Romagna ed in Umbria. Pietro Mei, quando ancora collaboratore di Antonio Podrini, si era spinto fino a Roma per l’installazione di un meccanismo in un importante palazzo romano.

Il principale meccanismo Mei ancora esistente e funzionante nelle sue specifiche originarie (ricarica giornaliera manuale) si trova nella torre civica di Montecarotto. Si tratta di un orologio fabbricato da Pietro Mei nel 1849, “opera n. 22”. E’ stato smontato e ripulito nel 2014, nell’ambito del progetto di restauro della torre civica; può essere visitato su prenotazione o nelle occasioni di apertura della torre al pubblico durante alcune manifestazioni.

Alcuni meccanismi ancora funzionanti di Marconi si trovano a Chiaravalle (AN) nel palazzo della biblioteca ed a Ripatransone (AP) presso l’ex episcopio ora una delle sedi del Museo Sistino, mentre quelli di Galli nel Duomo di Fermo e nella torre civica di Recanati in Piazza Leopardi. Molti altri sono invece presenti i diversi comuni marchigiani, ma non funzionanti o non accessibili al pubblico.

PIETRO MEI
MONTECAROTTO (AN)
EDOARDO MARCONI
SERRA DE' CONTI (AN)
EDOARDO MARCONI
MONTEMONACO (AP)
PIETRO MEI - ANTONIO GALLI
MONDOLFO (PU)
PIETRO MEI - ANTONIO GALLI
SERRAPETRONA (MC)
ANTONIO GALLI
RECANATI (MC)
ANTONIO GALLI
COLLEZIONE PRIVATA

Il libro è reperibile presso il Comune di Montecarotto

Per contattare il comitato organizzativo e gli autori
orologiai.montecarotto@gmail.com